Ti è mai capitato di provare un’emozione o di vivere un’esperienza negativa intensa tra cui Ansia, Stress, Noia, Solitudine, Nervosismo, Rabbia, Vuoto etc. e – non sapendo come gestirla – di ricorrere al cibo per trovare un conforto?

In questi casi si dice che il cibo è una risposta generica (o aspecifica) a un qualsiasi bisogno interiore. In altre parole, hai un problema che ti produce emozioni negative e cosa fai per risolverlo? Mangi, per sedare le emozioni! Alla fine ti ritrovi con il tuo problema irrisolto e in più, un grande senso di colpa, vergogna e disgusto verso di te e il tuo corpo.

Queste emozioni conseguenti all’episodio di alimentazione incontrollata possono scatenare due tipi di comportamenti:

  • Da un lato, la continua ricerca di cibo per continuare a sedare quel vuoto che sembra essere incolmabile. Per qualcuno, la ricerca di cibo passa dall’essere un’ossessione (pensiero costante) a una compulsione (atto di mangiare). Il mangiare costantemente può prendere forma senza una vera e propria abbuffata, ma attraverso la continua ricerca di cibo, il continuo “spizzicare” alla ricerca di un impegmo o di un conforto che permetta di entrare in contatto con quel senso di vuoto. In questi casi, il cibo è perennemente presente, nella mente o nella bocca!
  • Dall’altro, è possibile che al senso di colpa e vergogna conseguano condotte restrittive quali vomiting (espulsione volontaria di cibo), assunzione di lassativi o diuretici, attività fisica in eccesso al fine di perdere le calorie in eccesso, diete altramente restrittive o digiuni. Tutte queste condotte, specialmente se effettuate in maniera ingente o prolungata, scatenano un senso di fame così forte che – una volta cessato il controllo – sfociano nel prossimo episodio di abbuffata. Da qui, il termine “circolo vizioso” delle abbuffate e condotte compensatorie.

Ciò che il più delle volte non si vede è che i comportamenti (restrioni e abbuffate) sono causati dalle emozioni.

Uscire dal circolo vizioso richiede dunque un lavoro sulle emozioni e sui pensieri e sulle credenze cda cui esse originano.

Puoi iniziare questo percorso scaricando la guida “Impara a gestire la fame emotiva e le abbuffateche ti invito a scaricare gratuitamente cliccando QUI.

In ogni caso, l’approccio che ti suggerisco è di portare avanti in parallelo i due percorsi: quello sulle emozioni e quello pratico – comportamentale imparando a mangiare in maniera consapevole.

Ecco qui sotto come puoi mangiare in maniera “Mindful” in 3 step fondamentali che ricalcano le tre fasi prima – durante e al termine del pasto:

  1. PRIMA di mangiare, interrogati sull’effettiva presenza di un bisogno fisico che spinga a farlo. Se la tua mente ti dice: “mangia!” Tu chiedile: “perché? Ho veramente fame?’’ Creare uno spazio tra l’idea di andare a mangiare e farlo veramente ha come obiettivo quello di non reagire impulsivamente alla richiesta proveniente da dentro, bensì di creare una pausa tra lo stimolo e la risposta consapevole che si sceglierà di adottare.
  1. DURANTE l’atto del mangiare, la Mindful Eating promuove l’uso dei cinque sensi, invita cioè a mangiare in maniera lenta e pienamente presente, continuando a dialogare con il proprio corpo, fino alla cessazione dell’impulso della fame, e soprattutto imparando a comprendere quando l’impulso stesso della fame cessa.
  2. Il TERMINE del pasto diviene così una SCELTA deliberata: una decisione che arriva dall’ascolto di sé e non dal DOVERE finire tutto quel che c’è nel piatto, tutto quello che si è cucinato o una specifica quantità. 

Imparare a distinguere i vari tipi di fame emotiva e fisica, a espandere il tempo mentre si utilizzano i diversi canali sensoriali e ad ascoltare il corpo e a dialogarci ha come OBIETTIVO la creazione di una nuova relazione con il cibo e con il corpo, che passi attraverso ka capacità di comprendere le emozioni e a usare il cibo come nutrimento e non come riempitivo o valvola di sfogo. Ciò richiede una costante pratica, specialmente nelle prime fasi.

Tuttavia, è innegabile che il comportamento umano non sia frutto solo della forza di volontà e della capacità di controllo, bensì anche di:

  • Contenuti inconsapevoli che occorre indagare e comprendere al fine di sciogliere blocchi emozionali;
  • Credenze e convinzioni irrazionali che devono essere trasformate in razionali;
  • Tendenze derivanti da una predisposizione genetica o caratteriale dinnanzi ai quali ci si sente impotenti, ma che è possibile lavorare per portare a un contenimento o trasformazione.

Consiglio di lavorare tali contenuti con un professionista del settore. Puoi scoprire i miei pacchetti visitando il mio sito alla pagina seguente:

AREA PSICOLOGICA ed EMOTIVA​

 

 

Sono Amigoni Martina, Psicologa Clinica e Coach, adotto l’approccio Razionale Emotivo Comportamentale finalizzato a dare benefici in tempi brevi.
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