ABBUFFATA, MECCANISMO DI DIFESA

L’abbuffata non è un comportamento nocivo di per sè, ma anche un meccanismo di difesa utile a fuggire dalla realtà, dissociandosi da essa. Lo stesso si può dire per quei comportamenti alimentari che sono caratterizzati dalla perdita di controllo sul cibo.

In questo articolo vedremo che cos’è un meccanismo di difesa e in particolare indagheremo la dissociazione. Scoprirai che la fame emotiva e le abbuffate in molti casi sono un meccanismo “salva vita” non solo a livello fisico, bensì anche – e soprattutto – a livello emotivo. Buona lettura!

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LA PERDITA DI CONTROLLO SUL CIBO

I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione riflettono profonde dinamiche psicologiche legate al controllo e alla relazione con il cibo e con il corpo.

Essi si sviluppano lungo uno spettro che parte dall’anoressia nervosa, associata a un completo controllo sulla quantità e sulla tipologia di cibo consumato, con una marcata preoccupazione per il peso e la forma corporea. Dall’altro lato dello spettro, il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) evidenzia una perdita di controllo sul cibo, con episodi ricorrenti di abbuffate.

Questi disturbi rappresentano due estremi di una gamma più ampia di problematiche legate al rapporto disfunzionale con il cibo, che possono includere anche comportamenti compensatori come il vomito autoindotto (bulimia nervosa).

Esistono diverse modalità attraverso cui la perdita di controllo sui cibo si manifesta e che rientrano nella definizione di “fame emotiva o fame nervosa“, nella quale la perdita di controllo sul cibo è legato alle emozioni piuttosto che alla fame fisica. Essa si manifesta attraverso comportamenti quali:

  1. Abbuffate vere e proprie: abbuffate sono episodi in cui una persona consuma grandi quantità di cibo in un breve periodo, spesso sentendosi incapace di controllare o fermare il proprio consumo. Possono essere legate a fattori emotivi, psicologici o comportamentali.

  2. Snacking: il termine si riferisce al consumo frequente durante il giorno (o parte della giornata) di cibo in porzioni discrete, spesso non sufficienti per soddisfare la fame fisica ma per ragioni emotive, sociali o abitudinarie.

  3. Grazing: questo comportamento coinvolge il consumo costante e sporadico di cibo durante l’arco della giornata, senza un pasto definito. Può essere associato a una perdita di controllo sull’assunzione alimentare.

  4. Alimentazione notturna (NES) o night eating syndrome: si verifica quando una persona consuma una quantità significativa di cibo durante la notte, spesso svegliandosi appositamente per mangiare. Può essere accompagnato da sensazioni di fame notturna e difficoltà nel controllare l’assunzione alimentare durante questo periodo.

In tutti questi casi,si manifesta una tendenza a mangiare in risposta a stress, noia, tristezza o altri stati emotivi negativi, cercando comfort attraverso il cibo. Tali dinamiche spesso rappresentano un MECCANISMO DI DIFESA, NON SONO dunque UN PROBLEMA di PER Sè, MA RAPPRESENTANO UNA VIA DI FUGA DA ALTRI PROBLEMI DELLA VITA, che creano un senso di sopraffazione e che occorre imparare ad affrontare con altri strumenti.

Ma che cosa sono i meccanismi di difesa?

Meccanismi di difesa

Il concetto di meccanismi di difesa, introdotto per la prima volta da Sigmund Freud, rappresenta una parte fondamentale della teoria psicoanalitica. Questi meccanismi sono strategie mentali automatiche e inconscie che la mente utilizza per proteggere il sé da situazioni o emozioni minacciose, dolorose o stressanti. Freud identificò diversi tipi di meccanismi di difesa, come la negazione, la proiezione, la rimozione e la sublimazione, ognuno dei quali opera in modi diversi per ridurre l’ansia o la dissonanza emotiva.

Rifugiarsi nel cibo può essere considerato un meccanismo di difesa noto come “compensazione”. Questo meccanismo si verifica quando una persona affronta una frustrazione o un disagio emotivo ricorrendo al cibo per trovare sollievo temporaneo o comfort. Ad esempio, mangiare in risposta allo stress o alla tristezza può fornire momentaneamente una sensazione di piacere o di distrazione, creando una sorta di “amplificazione” temporanea delle emozioni positive e un alleviamento delle emozioni negative.

L’utilizzo eccessivo di meccanismi di difesa come la compensazione può portare a problemi di salute fisica e mentale, come disturbi dell’alimentazione, dipendenza dal cibo o difficoltà nel gestire in modo sano le emozioni. Pertanto, comprendere e affrontare i meccanismi di difesa in modo consapevole è un passo importante nel processo di crescita personale e nell’affrontare le sfide emotive in modo più equilibrato e sano.

Come curare il disturbo

La cura dei meccanismi di difesa e dei comportamenti ad essi associati richiede un approccio integrato che coinvolga la consapevolezza, la terapia psicologica e, in alcuni casi, il supporto farmacologico.

1. Consapevolezza e auto-osservazione: il primo passo è sviluppare consapevolezza sui propri meccanismi di difesa e sui comportamenti associati. Questo può essere fatto tramite l’auto-osservazione, l’identificazione dei pattern ricorrenti e l’esplorazione delle emozioni e delle situazioni che li scatenano. Tenere un diario (cartaceo o digitale) su cui annotare attivatori, emozioni e pensieri che accompagnanol’abbuffata può essere molto ultile. In caso di dissociazione, è possibile compilarlo una volta recuperata piena coscienza.

2. Terapia psicologica: la terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), la psicoterapiarazionale emotivo comportamentale (REC), può essere efficace nel lavorare sui meccanismi di difesa. Attraverso la terapia, si possono esplorare le radici profonde dei meccanismi di difesa, affrontare le emozioni sottostanti e imparare nuove strategie di adattamento più funzionali.

3. EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è una terapia focalizzata sul trattamento dei traumi e dei disturbi legati allo stress post-traumatico. Utilizza movimenti oculari o stimoli bilaterali per favorire l’elaborazione dei ricordi traumatici, riducendo l’intensità emotiva associata e promuovendo la resilienza psicologica. Può essere efficace nel modificare i meccanismi di difesa radicati legati a esperienze traumatiche passate.

4. Mindfulness e meditazione: pratiche come la mindfulness e la meditazione possono aiutare a sviluppare consapevolezza e accettazione delle proprie emozioni senza giudizio, riducendo la necessità di ricorrere a meccanismi di difesa automatici.

5. Altre pratiche olistiche come il grounding si concentrano sull’equilibrio e il benessere dell’intero individuo, integrando mente, corpo e spirito. Il grounding si riferisce a tecniche che favoriscono il contatto con la terra e la natura per ristabilire l’equilibrio energetico e psicofisico, riducendo lo stress e aumentando la consapevolezza del momento presente. Queste pratiche spesso includono esercizi di respirazione, meditazione, camminata consapevole o contatto fisico con la natura.

Anche il supporto sociale e relazionale può essere un valido alleato. In casi in cui il disturbo sia resistente, è possibile avvalersi del supporto farmacologico, sotto osservazione di un medico psichiatra.

È importante sottolineare che il percorso di guarigione è un viaggio individuale e che i risultati possono variare da persona a persona. Lavorare con un professionista esperto può fornire la guida e il sostegno necessari per affrontare i meccanismi di difesa in modo efficace e sostenibile.

CONCLUSIONE

In qualità di psicologa clinica specializzata in Psicologia Alimentare e insegnante di Yoga, mi impegno a offrire un supporto completo per chi stia affrontando sfide pesanti di caratteri emotivo e corporeo. la fame nervosa e sviluppare una relazione più sana con il cibo. Attraverso la mia esperienza, ho elaborato un approccio unico che integra gli aspetti psicologici con pratiche corporee come lo yoga e la meditazione.

Per maggiori informazioni sulle sedute, sui corsi di yoga e sui percorsi online, non esitare a contattarmi.

Se desideri approfondire l’argomento o hai domande sul trattamento dei disturbi alimentari, puoi riservare una chiamata conoscitiva gratuita.

Ricorda che sei una persona unica e che meriti di risplendere!

Dott.ssa Martina Amigoni

Psicologa Clinica, Consulente Sessuale

Esperta di Comportamento Alimentare e Psicologia Femminile

Istruttrice Mindful Eating e Yoga

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
 Ricevo in studio, ma anche e soprattutto online. Per informazioni, compila il form qui sotto!
 

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