DISGUSTO e PIACERE tra MENTE e CORPO

Il disgusto è un’emozione complessa che può manifestarsi in vari contesti, come il cibo, l’igiene, aspetti sociali o l’aspetto fisico, specialmente in riferimento all’immagine di se stessti. Quando il disgusto si manifesta in modo eccessivo o incontrollato, può portare a problemi di gestione delle emozioni e influire negativamente sul benessere mentale ed emotivo.

Uno tra i modi attraverso cui gestire il disgusto, è l’autopunizione, correlata alla ricerca del suo opposto, e cioè il piacere. Coloro che si abbuffano utilizzano sepsso questo meccanismo, per soffocare la disperazione connessa al sentirsi inadeguati in una condotta compensatoria e allo stesso tempo punitiva quale appunto l’abbuffata.

Dal punto di vista yogico, il disgusto è connesso al quinto chakra, e rappresenta un’interferenza alla libera espressione di sé. Quando siamo in grado di esprimere apertamente le nostre emozioni e i nostri bisogni, siamo in grado di mantenere un equilibrio energetico nel quinto chakra. Tuttavia, se reprimiamo o neghiamo il nostro disgusto , il flusso energetico nel chakra può essere compromesso, portando a un senso di blocco e disarmonia.

 

QUINTO CHAKRA DISGUSTO PIACERE PSICOLOGIA YOGA MARTINA AMIGONI

IL DISGUSTO IN PSICOLOGIA RAZIONALE EMOTIVA COMPORTAMENTALE

La Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (TREC) è un approccio terapeutico che si basa sulla consapevolezza dei pensieri e delle credenze irrazionali che influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Nella gestione del disgusto, la TREC può essere un utile strumento per identificare e sfidare le convinzioni irrazionali che alimentano questa emozione.

Ad esempio, molte persone possono avere credenze irrazionali riguardo al cibo o all’aspetto fisico che possono scatenare il disgusto. Attraverso la TREC, possiamo imparare a riconoscere queste credenze su se stessi e l’opinione che gli altri hanno di noi e a sostituirle con pensieri più realistici e adattabili. Ciò ci permette di affrontare il disgusto in modo più equilibrato e costruttivo.

Le credenze che sostengono il disgusto verso se stessi

Ecco tre esempi di credenze specifiche legate all’emozione del disgusto, spesso connesse all’autocritica o all’immagine corporea:

  1. “Devo essere perfetto/a e impeccabile in ogni aspetto per essere accettabile.” Questa è una credenza comune associata al disgusto verso il proprio corpo o comportamenti legati all’alimentazione.

  2. “Il mio corpo è disgustoso a causa del mio peso.” Questa credenza è strettamente correlata all’immagine corporea. Chi la possiede può ritenere che il proprio corpo sia intrinsecamente disgustoso a causa del peso corporeo, portando a una profonda avversione per sé stessi.

  3. “Il mio comportamento alimentare è completamente fuori controllo.” Questa credenza riguarda l’autovalutazione negativa delle proprie abitudini alimentari. La persona può credere che qualsiasi deviazione dalla dieta o dal controllo rigoroso dei pasti sia inaccettabile.

In una terapia basata sulla TREC, queste credenze verrebbero esplorate, sfidate e sostituite con pensieri più razionali per aiutare l’individuo a sviluppare un rapporto più sano con il proprio corpo e i comportamenti alimentari, riducendo così l’emozione del disgusto.

DISGUSTO E DISTURBI ALIMENTARI - ABBUFFATECaso Clinico

Vi racconto il caso di Anna: una giovane donna che lottava con un disturbo alimentare. 

Anna ha sviluppato un rapporto profondamente conflittuale con il cibo e il suo corpo nel corso degli anni. Si sentiva costantemente disgustata dalla sua immagine corporea e credeva fermamente che il suo valore personale fosse legato all’aspetto fisico. Questa avversione per sé stessa era spesso scatenata da credenze negative sul suo peso e aspetto, portando Anna a percepire qualsiasi consumo di cibo come un comportamento degradante. Il disgusto che prova quando si guardava allo specchio o pensava al suo corpo influiva notevolmente sui suoi comportamenti alimentari. 

Anna oscillava tra periodi di restrizione alimentare estrema e episodi di abbuffate, entrambi alimentati dalla sua avversione per il corpo. Questo ciclo dannoso ulteriormente intensificava il suo disgusto e perpetuava il suo disturbo alimentare. 

Con la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (TREC), abbiamo identificato, sfidato e sostituito le credenze irrazionali che alimentavano il suo disgusto, cercando così di ristabilire un rapporto più sano con il cibo e il proprio corpo.

 

DISGUSTO E YOGA, LA PROSPETTIVA PSICOSOMATICA

Il quinto chakra, noto anche come il “chakra della gola,” è situato appunto nella gola, in corrispondenza della ghiandola tiroide. È considerato il centro dell’espressione personale e della comunicazione. Il quinto chakra gioca un ruolo cruciale nella capacità di comunicare in modo chiaro, sincero ed efficace.

Quando è equilibrato, permette di esprimere pensieri, emozioni e bisogni in modo aperto, sia verbalmente che non verbalmente, facilitando la comunicazione con gli altri. Tuttavia, se questo chakra è sbilanciato, potrebbero sorgere problemi nella comunicazione, come il timore di esprimere se stessi o la tendenza a parlare in modo eccessivo o troppo poco.

A livello psicosomatico, lo sbilanciamento emerge attraverso mal di gola, cervicale e collo frequenti, difficoltà a esprimere il proprio sè e le proprie emozioni (verbalmente e non solo), attraverso squilibri a livello della tiroide e la sensazione di irrisolto: il “bovvone non digerito”.

Il lavoro sul quinto chakra, attraverso pratiche come il yoga, la meditazione e la visualizzazione, può aiutare a ristabilire l’equilibrio in questo importante centro energetico, favorendo una comunicazione più autentica e consapevole.

Alcune posture di yoga che possono essere utili per stimolare il quinto chakra includono la posizione del cobra (Bhujangasana), la posizione del cammello (Ustrasana) e la posizione del pesce (Matsyasana). Queste pose aiutano ad aprire il petto e la gola, consentendo una maggiore espressione e liberazione delle emozioni.

Inoltre, la pratica di pranayama, come il respiro ujjayi o il respiro alternato, può aiutare a calmare la mente e a favorire una maggiore consapevolezza delle emozioni, inclusa il disgusto. La meditazione e la visualizzazione possono essere utilizzate per connettersi con il proprio sé interiore e per sviluppare una relazione più equilibrata con il disgusto.

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Come gestire il DISGUSTO

La gestione del disgusto richiede un approccio integrato che combini la consapevolezza dei pensieri irrazionali, come proposto dalla TREC, con le pratiche yogiche per ristabilire l’equilibrio energetico nel quinto chakra.

Un primo passo consiste nell’identificare le credenze irrazionali che alimentano il disgusto e nel sostituirle con pensieri più razionali ed equilibrati. Questo può essere fatto attraverso un lavoro di auto-osservazione e di sfida delle convinzioni distorte.

La pratica dello yoga focalizzata può essere utilizzata per riequilibrare il quinto chakra e favorire una gestione più sana del disgusto. Attraverso le asana, le tecniche di respirazione e la meditazione, possiamo sviluppare una maggiore consapevolezza delle nostre emozioni e imparare a gestirle in modo più equilibrato.

Infine, è importante sottolineare che la gestione del disgusto può richiedere il supporto di un professionista qualificato, che fornisca strumenti e supporto aggiuntivo per affrontare il disgusto in modo completo e efficace.

 

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Dott.ssa Martina Amigoni

Psicologa Clinica, Consulente Sessuale

Esperta di Comportamento Alimentare e Psicologia Femminile

Istruttrice Mindful Eating e Yoga

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
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