COSA FARE SE SI SOFFRE DI SOLITUDINE?

Per chi è single, per chi non ha figli, per chi fa abbuffate consolatorie.

Forse anche tu sai che cosa significa provare un senso di solitudine, sentire un vuoto dovuto alla noia o alla sensazione che manchi qualcosa (o qualcuno) nella tua vita.

Oggi mi rivolgo soprattutto a tre gruppi di persone e intendo fornire 5 consigli per conoscersi meglio e per superare in maniera funzionale il proprio senso di vuoto.

Se l’argomento ti interessa, ho preparato una guida apposta per te!

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SOLITUDINE, MANCANZA, VUOTO DA RIEMPIRE

Questo video è rivolto a te se ti capita di provare emozioni di ansia e/o profonda tristezza, con umore basso e deflesso e attribuisci la causa di queste forti emozioni a un senso di solitudine per l’assenza di un qualcosa (lavoro “giusto”, attività emozionanti) o di qualcuno (partner, amici) che possano darti nuova energia, motivazione e voglia di vivere. Ti capita quindi o di cadere in uno stato letargico di depressione, oppure viceversa di agire compulsivamente, navigando per i social senza motivo o scrivendo a persone a caso pur di avere qualcosa da fare o di avere le attenzioni di qualcuno. Questo è appunto uno dei segnali che aprono la strada alla dipendenza da social e/o alla dipendenza affettiva! 

Questo video è rivolto a te anche se hai una relazione stabile, hai un lavoro, una casa, ma senti che nella tua vita manchi un figlio. Sempre più donne, uomini e coppie si rivolgono a me dicendomi che sentono che nella loro vita manca una famiglia, che sono alla ricerca di un figlio che non arriva. Si stima che il 15 – 20% delle coppie in età fertile in Italia non riesca a concepire. Ne consegue un senso di profonda mancanza, di ansia per il futuro, tristezza nel presente e inadeguatezza verso il proprio corpo, e molto altro di cui ti parlo nella guida che puoi trovare sul mio sito al seguente link!

Questo video è rivolto a te se ogni volta che hai un momento “vuoto”, per esempio di noia, cerchi conforto in un comportamento disfunzionale, per esempio esagerando con il cibo. Magari lo fai mangiando in eccesso durante un pasto, o magari perdendo il controllo sul cibo fuori pasto e di nascosto da chi ti conosce. Il cibo diventa l’unico appiglio per trovare un attimo di calma e di piacere, ma anche una maniera per riempire un vuoto di tipo emotivo. Sebbene sia efficace inizialmente, questo lascia spazio a un eccesso di pienezza che ti porta a sentirti male, sia per la tua salute, sia per la potenziale compromissione del tuo aspetto fisico. Si tratta di fame emotiva o di abbuffate: se ti ci ritrovi, ti suggerisco di scaricare l’apposita guida cliccando qui.

In tutti questi casi, e cioè in mancanza di un(a) partner, di amicizie stabili, di un lavoro o di tempo libero di qualità, in mancanza di un figlio atteso e nel caso o nel caso di perdita di controllo sul cibo, è possibile fare qualcosa.

In questo articolo voglio dirti che cosa puoi fare PRIMA DI BUTTARTI IN NUOVE RELAZIONI “A CASO”, QUINDI INVESTENDO TEMPO SULLA TUA CRESCITA PERSONALE PRIMA DI BUTTARTI IN COMPORTAMENTI COMPULSIVI CHE POSSANO NUOCERE AL TUO BENESSERE NEL LUNGO PERIODO.

 

 

Vediamo allora CHE COSA FARE SE SOFFRI DI SOLITUDINE, MANCANZA E VUOTO CHE PORTANO AD ANSIA, DEPRESSIONE O ABBUFFATE?

Ecco 5 consigli:

  1. Osserva da dove nasce il senso di solitudine. Molto spesso il senso di mancanza e di vuoto nasce dal paragone, dal confronto con gli altri. Prova a farci caso: quando è che hai iniziato a confrontarti? Con chi?

Le filosofie orientali insegnano una lezione molto importante: a guardare a se stessi anziché agli altri. All’inizio di ogni lezione di Yoga, io come gli altri insegnanti,  spesso invitiamo i praticanti a non guardare gli altri, i loro tappetini, le loro forme le loro posture. Questo non porta ad altro che sofferenza. È fondamentale invece avere come riferimento se stessi, il proprio tappetino, il proprio corpo, le proprie capacità e i propri limiti. Imparare a conoscerli per superarli, ma partendo da dentro. Se si ambisce a diventare qualcun altro, ecco, lì si inizia a sentirsi sbagliati e a soffrire. È bene avere una guida (nella vita reale può essere una persona amica, o magari un professionista esperto di psicologia) che possa aiutare a ricucire il senso di vuoto e ad accettarsi prima di buttarsi compulsivamente alla ricerca di un riempitivo.

 

  1. Prova a prendere una pausa da tutti quegli stimoli che accrescono il tuo senso di solitudine e di inadeguatezza. (Social ­o alcune persone che hanno influenza negativa su di te).

 Può trattarsi dei social, dei media tradizionali, ma anche di chiacchierate con persone che tendono a ostentare più di quanto non abbiano, suscitando in te un senso di inferiorità. È molto importante che ti chieda se tutto ciò che senti sia vero. Impara a mettere in questione e a filtrare quel che vedi e quello che ascoltano le tue orecchie!

 

  1. Impara ad ascoltarti e ad affrontare il dolore anziché evitarlo. La fame emotiva e le abbuffate, così come altre dipendenze (inclusa la dipendenza affettiva) sono la via di fuga per eccellenza dai problemi!

A volte la più grande difficoltà sta nel sentirsi unici e soli nel proprio dolore. Questo rischia di protrarre il dolore nel tempo e contribuire alla sua crescita. Guardarsi dentro, condividere le proprie emozioni e i propri pensieri con persone di fiducia o con uno psicologo può essere molto difficile. Eppure, è la strategia più adeguata per procedere verso un’elaborazione efficace del dolore che faccia spazio a nuove emozioni più positive e funzionali.

La depressione, l’ansia e le abbuffate, il più delle volte non sono un problema di per sé, ma la conseguenza di un problema non affrontato, di una ferita aperta. Suggerisco dunque di prendere del tempo per sé e trovare il coraggio di farsi accompagnare verso la guarigione di tale ferita.

 

  1. Impara a essere grati per ciò che già è presente nella propria vita anziché a notare sempre ciò che manca.

La nostra società e i media sono creati apposta per fare vedere quello che gli altri hanno e che a noi – a te – manca. Questo può creare una trappola che crea un senso di desiderio, di mancanza, e di inadeguatezza per non essere abbastanza, non essere all’altezza degli altri, non avere ciò che gli altri hanno e non fare ciò che gli altri fanno.

Da oggi, ti voglio invitare a prendere un attimo per osservare nella tua vita quello che invece è presente e dire “GRAZIE!”. Prova gratitudine per la più piccola cosa che dai per scontata ogni giorno! Sembra insulso, ma non lo è! Esercitati in questo e la tua vita cambierà.

 

  1. Impara prenderti cura di te e a volerti bene. Sembra scontato, ma se preso sul serio, questo consiglio può permettere passaggio dal mondo del bisogno dominato dall’ego a uno stato di presenza guidato dall’anima.

Trascendere l’ego e avvicinarsi all’anima porta a un senso di libertà e completezza. I bisogni si trasformano in preferenze, lo stato di necessità lascia il posto alla sensazione di abbondanza nella presenza di infinite opzioni per la propria realizzazione.

Per maggiori approfondimenti, ti invito a scaricare le mie guide gratuite cliccando QUI e/o a scrivermi: trovi i miei contatti cliccando QUI!

Martina Amigoni – Psicologa Clinica

L'autrice

Sono Martina Amigoni, sono una Psicologa Clinica esperta di Psicologia Alimentare e Psicologia Femminile. Aiuto le persone a migliorare il rapporto con il proprio corpo, mettendo fine alla lotta con il cibo e alle abbuffate.
Aiuto le donne a trovare un senso di completezza anche in circostanze doloroso come la ricerca di un bambino che non arriva, il vissuto di menopausa, l’aborto, che segnano un vissuto difficile a livello corporeo ed emozionale.  
Accompagno la persona e la donna a liberarsi da ansia, tristezza, senso di ineguatezza, insoddisfazione e da stati che sostengono un comportamento disadattivo, al fine di trovare serenità nella mente e benessere e fiducia nel corpo.
 Ricevo in studio, ma anche e soprattutto online. Per informazioni, compila il form qui sotto!
 

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